Giordano Cattani

Come farsi riconoscere il trattamento da "lordista" sugli interessi corrisposti dai Buoni Fruttiferi Postali...o no?

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Disclaimer: non sono un fiscalista, quindi per favore prendete le informazioni che qui riporto per quello che sono, ovvero delle osservazioni ed interpretazioni di un appassionato del tema fiscale che cerca informazioni in rete ma che poi chiede sempre e comunque conferma ad un professionista. Non mi ritengo pertanto responsabile di qualsiasi conseguenza che le informazioni qui riportate possano causare al lettore che ne faccia uso!

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Come molti giovani italiani, anche io qualche anno fa ho lasciato il nostro amato Paese e sono andato a lavorare all'estero. Ed anche io, come molti giovani della mia età, avevo da bambino messo da parte qualche risparmio, guadagnato mentre studiavo all'università, e lo avevo investito in Buoni Fruttiferi Postali (BFP), seguendo l'esempio della nonna prima e della mamma poi.

Quando si risiede fiscalmente in Italia, le Poste Italiane - che come sapete collocano i BFP emessi da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) - fungono da sostituto d'imposta e trattengono la tassazione - attualmente del 12.5% - sugli interessi maturati al momento del rimborso anticipato o a scadenza del BFP, per poi versarla allo Stato.

Nell'immagine qui sotto, potete vedere l'estratto del foglio informativo di cui si prende visione quando si sottoscrive un BFP. L'Art. 11 recita chiaramente che in base all'Art. 6 del decreto legislativo 1 aprile 1996 n. 239 e successive modificazioni [1] , per i non residenti in Italia, qualora sussitano le condizoni di legge, non si applica prelievo fiscale sugli interessi maturati!

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Essendomi quindi ricordato della scadenza a breve di uno dei miei BFP ed anche di quanto avevo letto al momento della sottoscrizione e trascorrendo una breve vacanza a Roma, speranzoso mi sono diretto nell'ufficio postale di radicamento del BFP per chiedere lumi su come poter dichiarare la mia residenza fiscale, una cosa semplice, no?
L'idea era di fare in modo che, al momento di rimborsare il BFP di lì a breve, nessuna tassazione mi fosse applicata - cioè fossi consideato un "lordista" - e potessi pertanto evitare la doppia imposizione fiscale, come da trattato bilterale tra il paese in cui risiedo attualmente e l'Italia.
Ed indovinate che cosa è successo, invece? Niente! Nessuno ne sapeva niente!!

Inizia così un'odissea, durata un paio di settimane, con telefonate al servizio clienti di Poste Italiane, visite ad altri uffici postali, ricerche online per leggere magari di qualche altra persona nella mia stessa situazione e di come abbia risolto [2] [3] [4] , ma niente, non si trovava niente di utile. Solo in una di queste visite agli uffici postali, insistendo un po' con l'impiegato di turno, ero riuscito a capire che serviva un'autocertificazione su un non meglio precisato modulo dell'Agenzia delle Entrate (AdE), come descritto brevemente in una pagina del Manuale de Buoni Fruttiferi Postali, documento interno di Poste (che poi se si tratta di un'autocertificazione, perché deve essere fatta su modulo dell'AdE? Bho!).
La soluzione era quindi trovare questo benedetto modulo, ma ovviamente nessuno, nemmeno l'AdE stessa lo conosceva.

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Sulla via del ritorno, alla fine delle vacanze, facciamo tappa a Genova, città natale della mia compagna. Ci fermiamo giusto per un paio di giorni, il tempo di visitare i suoi genitori e poi ripartire diretti verso casa. Ma fortunatamente lo scrupolo mi viene: "Perché non provare a chiedere anche qui all'ufficio postale di zona?" - E finalmente vi trovo una persona competente, il direttore, che subito capisce quello che chiedo e mi aiuta a cercare sul sito dell'AdE [5] il modulo per l'autocertificazione [6], che compilo e restituisco. "Evviva!" direte voi, "finalmenente è fatta!" Eh no, invece non è ancora finita...

Tornato a casa vittorioso, dopo un paio di giorni, mi ritrovo un'email dal veramente gentilissimo e preparatissimo direttore, che avendo inviato la mia dichiarazione all'ufficio di Roma dove le pratiche relative ai BFP sono gestite, riceve come riposta quanto riportato sotto:

Quindi niente, secondo Poste Italiane, per potersi avvalere dell'esenzione dalla tassazione degli interessi dei BFP il requisito di non residenza su territorio italiano deve permanere per tutta la durata del BFP, dall'emissione fino alla naturale scadenza o rimborso anticipato. Visto che nel mio caso, al momento dell'emissione, ero residente fiscalmente in Italia, non posso richiedere nessuna esenzione!

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Mi domando: "Sarà davvero così?" - Sinceramente a me pare molto strano. In altri contesti, per altri titoli di risparmio o investimento, la residenza fiscale è stata usata come discriminante per considerare dove dovessi pagare le tasse solo al momento del rimborso e non per tutta la durata del titolo in questione. Sinceramente sono stremato dalla ricerca di come poter ottenere riconosciuto un diritto sancitomi dalla legge ma di cui nessuno sapeva niente e cioè come comunicare a Poste Italiane la mia residenza ai fini fiscali in relazione ai BFP; una lotta contro la burocrazia e la mancanza di procedure certe e chiare.
Se c'è qualche fiscalista che mi legge e che possa aiutarmi a dipanare anche quest'ultimo tratto del bandolo della matassa, mi contatti pure, gliene sarei infinitamente grato! Altrimenti lascio così e via, un'altra vittoria della burocrazia italica.

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Referenze

[1] Art. 6 del decreto legislativo 1 aprile 1996 n. 239 - top
[2] ADUC - Lettera - Tassazione buoni postali per residenti all'estero - top
[3] Corriere dell'Italianità - I buoni fruttiferi postali e il peso della lontananza - top
[4] Bluerating - Un film la doppia tassazione sui beneficiari di buoni postali residenti all’estero - top
[5] Comunicazioni ai sensi del D.lgs. n. 239/1996 - top
[6] Autocertificazione per la non applicazione delle imposte nei confronti dei soggetti non residenti - top